giovedì 25 aprile 2013

Il cimitero acattolico di Roma

Non soddisfatte, Sara, Morena, Marica (aggiuntasi alla comitiva) ed io, abbiamo approfittato della giornata dedicata alle visite per scoprire un altro piccolo gioiello romano, il cimitero acattolico.
Devo dire che l'idea è stata proposta da Sara, che ancora ringrazio perché altrimenti non avrei mai potuto scoprire un luogo così interessante e ricco di statue dalla bellezza impressionante.
Devo dire che il profumo dei glicini in fiore, una scenografia mozzafiato con una vista strepitosa sulla Piramide Cestia, nonché uno spazio silenzioso seppur in pieno centro, hanno reso l'atmosfera ancora più magica. Chi non vorrebbe "riposare" per sempre sotto quegli spendidi pini?!;)

Il cimitero acattolico, (conosciuto anche come "cimitero degli inglesi", ma anche come "cimitero degli artisti e dei poeti") si trova nel quartiere Testaccio, accanto a Porta San Paolo e alla Piramide Cestia.
Dal momento che le norme della Chiesa cattolica vietavano di seppellire in terra consacrata i non cattolici — tra cui i protestanti, gli ebrei e gli ortodossi — nonché i suicidi, questi, dopo morte, erano "espulsi" dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura.

La prima sepoltura nota è quella di uno studente di Oxford, chiamato Langton, morto nel 1738 a 25 anni per un incidente avuto con la sua carrozza sulla via Flaminia. Quando, nel 1930, si tennero degli scavi presso la Piramide Cestia, furono ritrovati i resti di tre defunti e una lastra di piombo (attualmente ancora esposta sulla sua lapide) ricopriva uno di questi. Tale lastra portava l'iscrizione con il nome di George Langton e la sua data di morte, 1 agosto 1738.


Il cimitero fu aperto ufficialmente l'11 ottobre 1821. La decisione si era resa necessaria per il numero sempre crescente di visitatori stranieri, in gran parte studenti, scrittori e artisti, che nell'epoca del romanticismo e del neoclassicismo si recavano a Roma dall'Europa del Nord, con conseguente aumento dei non cattolici che morivano in città, come accadde al poeta inglese John Keats in quello stesso anno.
Il muro che circonda questa zona risale al  1870 circa. Anticamente erano vietate le croci o le iscrizioni, come in tutti i cimiteri acattolici, perlomeno fino al 1870.
Come indica il nome ufficiale, il Cimitero acattolico di Roma è destinato all'estremo riposo in generale dei non-cattolici stranieri, senza distinzione di nazionalità. Per lo spazio esiguo a disposizione e per mantenere intatto il carattere del luogo, solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura a italiani illustri che, per la cultura alternativa espressa in vita per la qualità della loro opera, o per le circostanze della vita siano stati in qualche modo "stranieri" nel proprio paese. Tra loro, il politico Antonio Gramsci e lo scrittore Dario Bellezza.
Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare quella del poeta inglese John Keats (1795-1821). Keats morì a Roma di tubercolosi. Il suo epitaffio, che non lo cita per nome, fu commissionato dai suoi amici Joseph Severn e Charles Brown:
« Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” »
Tomba di John Keats
Curiosità: L'amico di Keats, Joseph Severn, nelle sue lettere indica con esattezza la data e l'ora della morte di Keats. Il poeta sarebbe morto intorno alle undici della sera del 23 febbraio 1821. L'iscrizione sulla sua tomba, tuttavia, riporta la data del 24 febbraio 1821; non si tratta, però, di un errore dell'incisore. A Roma, in quel periodo, il nuovo giorno iniziava nel momento in cui, la sera, le campane suonavano l'Ave Maria, e in tutte le chiese veniva cantato o recitato l'Angelus. Questo avveniva all'incirca mezz'ora dopo il tramonto, quindi anche l'inizio del canto poteva variare a seconda del periodo dell'anno. Severn si attenne al metodo inglese di calcolare l'inizio del giorno, mentre per le autorità romane il giorno del 24 febbraio era già iniziato quando Keats morì, e perciò la data del 24 venne registrata nei documenti ufficiali.
Shelley (1792-1822) fu un poeta inglese che annegò nell'affondamento del suo vascello al largo della costa tirrenica fra Portovenere e la Toscana e fu cremato sulla spiaggia vicino a Viareggio. Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero protestante; il suo cuore, che il suo amico Edward John Trelawny aveva strappato dalle fiamme, fu conservato dalla sua vedova, Mary Shelley, fino alla sua morte e fu sepolto con lei a Bournemouth. L'epigrafe, in riferimento alla sua morte in mare, riprende tre versi del canto di Ariel dalla "Tempesta" di Shakespeare. (Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano).
tomba di Shelley
Un'altra sepoltura degna di nota è quella dello scultore statunitense William Wetmore Story (1819-1895). Sopra la tomba che lo accoglie insieme alla moglie, è installata una celebre scultura in marmo e pietra realizzata dallo stesso Story per la morte della moglie. La statua, chiamata "L'Angelo del Dolore", raffigura un angelo disteso sul sepolcro, gemente; l'artista morì poco dopo averla ultimata.
L'Angelo del Dolore
 
 

4 commenti:

  1. Ancora sono emozionata dalla tomba di Keats, quel suo epitaffio è da brividi (buoni)! Per non parlare di Morena davanti a quella di Gramsci!! XD XD
    Comunque anche la tomba di Carlo Emilio Gadda ha la sua storia tormentata dietro!
    Sara

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  2. Se ti va di raccontare qualcosa della tomba di Gadda, Sara, aggiungi pure qui nei commenti.

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  3. Allora...Gadda nato a Milano, ma vissuto e morto a Roma, è stato conteso dalle due amministrazioni per un pò. All'inizio (per quasi 30 anni) era sepolto in forma quasi anonima al cimitero flaminio. Milano non voleva vedere Gadda sepolto nell'anonimato ma la domestica del poeta, ed esecutrice testamentaria, la signora Liberati, volle mantenere l'ultimo desiderio del poeta e fece di tutto per farlo rimanere a Roma. Non ricordo con precisione chi ma un assessore o un politico chiese al direttore del cimiterò Acattolico di trovargli un pò e questo lo mise "vicino" al poeta Shelley.
    Vorrei far notare a Silvia e a Morena: le "perpetue" sono sempre presenti!! XD
    Sara

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  4. Ehehehe... che fortuna, una brava perpetua ci vorrebbe anche per noi!:D

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