domenica 28 aprile 2013

2766esimo compleanno di Roma. Auguri!!

Chi l'avrebbe mai detto, 2766 anni e Roma sembra sempre più splendida. Questa capitale gli anni se li porta davvero bene!;) Chissà qual è il suo segreto?! :D:D
In occasione di questo Natale di Roma 2013, i festeggiamenti hanno portato l'immancabile corteo storico per le vie del centro storico. Domenica 21 aprile, non è stato difficile incontrare qualche antico romano a spasso per la città. Non solo battaglioni di soldati, senatori, legati e gladiatori, ma anche vestali, ancelle, nobildonne romane, barbari e persino Cleopatra, a rendere omaggio a questa grande città imperiale sorta il 21 aprile del 753 a.C. .


Il raduno, previsto per le 10:00 a Circo Massimo, ha visto riuniti 53 associazioni provenienti da 11 paesi europei, più di 2000 comparse in costume. Insomma, il più grande evento di rievocazione storica d'Europa.
Il corteo ha impiegato quasi due ore per poter effettuare il giro completo previsto per la manifestazione (Circo Massimo, Colosseo, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via del Teatro Marcello, per tornare definitivamente al Circo Massimo). Due ore di full immersion in quello che si poteva ammirare in passato per le antiche vie della capitale.

Ma il corteo è stato solo una parte di una festa durata due giorni. Un avvenimento che ogni anno accoglie gruppi di appassionati sempre più numerosi e un pubblico sempre più curioso. Il programma è poi proseguito con la rappresentazione, a cura del Gruppo Storico Romano, del "Tracciato del solco" (rievocazione storico-leggendaria della fondazione di Roma, il famoso "pomerio" tracciato da Romolo sul Palatino, con cui definiva il primo nucleo urbano della futura Roma), la cerimonia della Palilia (antica festa pastorale in onore della dea Pales, nata ancora prima della fondazione di Roma e che si celebrava nello stesso giorno), per poi concludersi con la suggestiva rievocazione della battaglia tra legioni e barbari.
Complice un assaggio di primavera/estate insperato; in barba a tutti i metereologi che avevano, funesticamente, decretato pioggia incessante per questo fine settimana, la temperatura mite ha invece regalato qualcosa di indimenticabile a questo ennesimo compleanno della mia bella Roma!

Corteo Storico (le danze)

Corteo Storico
 
 

giovedì 25 aprile 2013

Il cimitero acattolico di Roma

Non soddisfatte, Sara, Morena, Marica (aggiuntasi alla comitiva) ed io, abbiamo approfittato della giornata dedicata alle visite per scoprire un altro piccolo gioiello romano, il cimitero acattolico.
Devo dire che l'idea è stata proposta da Sara, che ancora ringrazio perché altrimenti non avrei mai potuto scoprire un luogo così interessante e ricco di statue dalla bellezza impressionante.
Devo dire che il profumo dei glicini in fiore, una scenografia mozzafiato con una vista strepitosa sulla Piramide Cestia, nonché uno spazio silenzioso seppur in pieno centro, hanno reso l'atmosfera ancora più magica. Chi non vorrebbe "riposare" per sempre sotto quegli spendidi pini?!;)

Il cimitero acattolico, (conosciuto anche come "cimitero degli inglesi", ma anche come "cimitero degli artisti e dei poeti") si trova nel quartiere Testaccio, accanto a Porta San Paolo e alla Piramide Cestia.
Dal momento che le norme della Chiesa cattolica vietavano di seppellire in terra consacrata i non cattolici — tra cui i protestanti, gli ebrei e gli ortodossi — nonché i suicidi, questi, dopo morte, erano "espulsi" dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura.

La prima sepoltura nota è quella di uno studente di Oxford, chiamato Langton, morto nel 1738 a 25 anni per un incidente avuto con la sua carrozza sulla via Flaminia. Quando, nel 1930, si tennero degli scavi presso la Piramide Cestia, furono ritrovati i resti di tre defunti e una lastra di piombo (attualmente ancora esposta sulla sua lapide) ricopriva uno di questi. Tale lastra portava l'iscrizione con il nome di George Langton e la sua data di morte, 1 agosto 1738.


Il cimitero fu aperto ufficialmente l'11 ottobre 1821. La decisione si era resa necessaria per il numero sempre crescente di visitatori stranieri, in gran parte studenti, scrittori e artisti, che nell'epoca del romanticismo e del neoclassicismo si recavano a Roma dall'Europa del Nord, con conseguente aumento dei non cattolici che morivano in città, come accadde al poeta inglese John Keats in quello stesso anno.
Il muro che circonda questa zona risale al  1870 circa. Anticamente erano vietate le croci o le iscrizioni, come in tutti i cimiteri acattolici, perlomeno fino al 1870.
Come indica il nome ufficiale, il Cimitero acattolico di Roma è destinato all'estremo riposo in generale dei non-cattolici stranieri, senza distinzione di nazionalità. Per lo spazio esiguo a disposizione e per mantenere intatto il carattere del luogo, solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura a italiani illustri che, per la cultura alternativa espressa in vita per la qualità della loro opera, o per le circostanze della vita siano stati in qualche modo "stranieri" nel proprio paese. Tra loro, il politico Antonio Gramsci e lo scrittore Dario Bellezza.
Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare quella del poeta inglese John Keats (1795-1821). Keats morì a Roma di tubercolosi. Il suo epitaffio, che non lo cita per nome, fu commissionato dai suoi amici Joseph Severn e Charles Brown:
« Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” »
Tomba di John Keats
Curiosità: L'amico di Keats, Joseph Severn, nelle sue lettere indica con esattezza la data e l'ora della morte di Keats. Il poeta sarebbe morto intorno alle undici della sera del 23 febbraio 1821. L'iscrizione sulla sua tomba, tuttavia, riporta la data del 24 febbraio 1821; non si tratta, però, di un errore dell'incisore. A Roma, in quel periodo, il nuovo giorno iniziava nel momento in cui, la sera, le campane suonavano l'Ave Maria, e in tutte le chiese veniva cantato o recitato l'Angelus. Questo avveniva all'incirca mezz'ora dopo il tramonto, quindi anche l'inizio del canto poteva variare a seconda del periodo dell'anno. Severn si attenne al metodo inglese di calcolare l'inizio del giorno, mentre per le autorità romane il giorno del 24 febbraio era già iniziato quando Keats morì, e perciò la data del 24 venne registrata nei documenti ufficiali.
Shelley (1792-1822) fu un poeta inglese che annegò nell'affondamento del suo vascello al largo della costa tirrenica fra Portovenere e la Toscana e fu cremato sulla spiaggia vicino a Viareggio. Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero protestante; il suo cuore, che il suo amico Edward John Trelawny aveva strappato dalle fiamme, fu conservato dalla sua vedova, Mary Shelley, fino alla sua morte e fu sepolto con lei a Bournemouth. L'epigrafe, in riferimento alla sua morte in mare, riprende tre versi del canto di Ariel dalla "Tempesta" di Shakespeare. (Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano).
tomba di Shelley
Un'altra sepoltura degna di nota è quella dello scultore statunitense William Wetmore Story (1819-1895). Sopra la tomba che lo accoglie insieme alla moglie, è installata una celebre scultura in marmo e pietra realizzata dallo stesso Story per la morte della moglie. La statua, chiamata "L'Angelo del Dolore", raffigura un angelo disteso sul sepolcro, gemente; l'artista morì poco dopo averla ultimata.
L'Angelo del Dolore
 
 

mercoledì 24 aprile 2013

"Volti e momorie di Roma", una passeggiata per il Verano

Il 20 aprile 2013 si sono riaperte le visite guidate gratuite al cimitero del Verano. Otto differenti itinerari per scoprire questo grande museo a cielo aperto, conoscere l'architettura delle varie epoche e ricordare, attraverso le loro tombe, personaggi che hanno fatto un'epoca.
Un cimitero monumentale di 70 ettari che non ha nulla da invidiare ad altri cimiteri più famosi in Europa, primo tra tutti il Pere Lachaise di Parigi.

Angelo Triste (cimitero Verano)

Erano anni che avevo sognato di fare un giro del genere, finalmente ho avuto l'occasione di poter prendere parte a questa giornata inaugurale insieme a due mie amiche, Sara e Morena.
Tutti i percorsi hanno una durata di due ore, quello da noi scelto, "Volti e memorie di Roma", ci ha portato a visitare una decina di tombe (sospetto che il giro fosse un pizzico più lungo, ma per l'occasione avevamo al seguito una troupe di giornalisti che stavano registrando un servizio per il tg3 - trovate sotto il video - e per questo abbiamo dovuto fare delle deviazioni e, quindi, ridurre il percorso).
Questo itinerario raccoglie tombe di personaggi che hanno disegnato la storia di Roma con la loro azione politica, con la loro vena poetica o artistica. Insomma, tombe di uomini che hanno lasciato una loro impronta e che, come ha suggerito Morena, hanno fatto del "bene" a questa nostra città.
Ecco alcuni dei nomi incontrati in questo giro:
Ettore Ferrari (famosa è la sua statua del Giordano Bruno che è ospitata nella piazza di Campo de' Fiori), Ernesto Nathan (primo sindaco di Roma estraneo alla classe di proprietari terrieri, nobili e non, eletto nel 1907 e rimasto in carica fino al 1913. A lui si deve il primo piano regolatore della città e la municipalizzazione del servizio tranviario e dell'energia elettrica. Inaugurò opere pubbliche nel 1911 come il Vittoriano, il Palazzo di giustizia, la passeggiata archeologica e lo stadio Flaminio. Grazie a lui sono stati aperti 150 asili comunali per l'infanzia dotati di refettorio), Giuseppe Gioacchino Belli (poeta italiano famoso per i suoi 2200 sonetti romaneschi), Roberto Rossellini (regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Impossibile non ricordare il suo film, forse più bello, "Roma città aperta".  Una curiosità, non molto distante dalla tomba è possibile trovare ancora la colonnina del telegrafo fatta installare appositamente per lui durante le riprese di "Germania anno zero". In quel periodo, il regista spesso disertava il set per andare a trovare il figlio, Romano, morto da poco. Il telegrafo, quindi, è stato uno strumento necessario per concludere il film), Filippo Severati ( non è la sua tomba ad interessarci questa volta, ma l'uso della sua tecnica di smalto su pietra lavica, utilizzata per la tomba Fumaroli; una tecnica particolare risalente alla prima metà dell'Ottocento che Severati non fu il primo ad applicare, ma sicuramente colui che la utilizzò in maniera più estesa. Si tratta appunto di una tecnica che ha consentito di conservare praticamente intatti, fino ai giorni nostri, alcuni ritratti a colori che hanno resisto in esterno ai numerosi agenti atmosferici), Gaetano Koch (architetto italiano attivo alla fine dell'800, a lui si devono a Roma il palazzo della Banca d'Italia e i due palazzi a portici di piazza Esedra, l'attuale piazza della Repubblica. A lui si deve anche la realizzazione del progetto del Vittoriano, dopo la morte di Sacconi), Giuseppe Sacconi (architetto italiano e famoso per aver progettato il Vittoriano a Roma), Trilussa (poeta italiano e noto per le sue composizioni in dialetto romanesco) ed Ettore Petrolini (attore, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore italiano, specializzato nel genere comico).
Inutile dirlo, sono rimasta incantata in particolar modo dall'architettura di alcune tombe, per non parlare di numerose statue che sono dei veri e propri gioielli artistici. Un luogo in cui tornare per poter apprezzare tutto quello che ha da offrire.
 

Tg3 lazio del 20 aprile 2013

lunedì 15 aprile 2013

La fontana magica di Monjuic

Con gran piacere ospito in questo piccolo blog la mia primissima ospite in assoluto, la mia "inviata" da Barcellona, Gina Gil. Questo post è dedicato ad un luogo, secondo lei, magico della città in cui vive.
Grazie Gina per aver condiviso con noi queste tue parole e spero di ospitarti di nuovo  molto presto!;)
 
La ciudad de Barcelona es una ciudad completamente mágica. Cada uno de sus rincones es especial y te impregnan de un sentimiento único. Para mí, hay un lugar muy especial en esta ciudad, la fuente mágica de Monjuic.La città di Barcellona è una città completamente magica. Ogni suo angolo è speciale e ti pervade di un sentimento unico. Per me, esiste un posto molto speciale in questa città, la fontana magica di Monjuic.

 
Es fruto de la inspiración del ingeniero Carles Buigas que ideó un nuevo tipo de fuente manantial donde el elemento artístico son las formas cambiantes del agua. El proyecto se completó con cascadas y fuentes que llenan la avenida de María Cristina de la ciudad de Barcelona.
E' frutto dell'ispirazione dell'ingegnere Carles Buigas che ha messo a punto un nuovo tipo di sorgente di alimentazione dove l'elemento artistico è il cambiamento delle forme dell'acqua. Il progetto è stato completato con cascate e fontane che riempiono il viale Maria Cristina.

 
El elemento fundamental del proyecto fue la fuente monumental, situada sobre una plataforma que se levanta a medio camino del Palacio Nacional y la fuente de la plaza de España.
L'elemento chiave del progetto sono state la fontana monumentale, situata su una piattaforma a metà del Palazzo Nazionale, e la fontana in plaza de España.

 
Es un lugar muy especial de noches, donde encienden todas las luces de la fuente y es un maravilloso espectáculo.
E' un luogo molto speciale di notte, dove si accendono tutte le luci della fontana ed è uno spettacolo meraviglioso.

mercoledì 10 aprile 2013

Due "gioielli" di Rieti


In occasione della giornata del FAI 2013, ho approfittato per andare a visitare due luoghi suggestivi di Rieti, che non avevo mai visto prima d'ora: il Palazzo Vincentini e il Teatro Flavio Vespasiano.
Rieti (Terminillo innevato e fiume Velino)

Palazzo Vincentini, attuale prefettura di Rieti, è situato in Piazza Cesare Battisti. Negli antichi documenti viene ricordato come Casa Poiana, dato che il potente Marco Antonio Vincentini lo acquistò nel 1589 dalla famiglia dei Poiani di Amelia.
I lavori di sistemazione iniziarono lo stesso anno per concludersi dopo il 1624. La sua ristrutturazione nella forma attuale è attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola, ma questo punto è stato spesso oggetto di discussione, in quanto alcuni sostengono che il progetto sia, invece, da attribuire a Giovan Domenico Bianchi.

Il palazzo, in stile tardo-manierista, ha sulla facciata principale un elegante portone impreziosito dallo stemma del casato con la fiamma al centro, cinque stelle a otto punte nella banda centrale ed il mare sullo sfondo.
Al primo piano si trovano le stanze private del Prefetto, ed è di particolare rilevanza il camino in marmi policromi risalente al Cinquecento, che riporta con una scritta in oro il nome di uno dei proprietari della famiglia Vincentini.Nel 1927 la famiglia Vincentini donò il palazzo alla provincia di Rieti e le mura del giardino vennero abbattute e da luogo privato venne trasformato in luogo di incontro pubblico.
 

Il lato rivolto verso la Cattedrale è munito di una splendida loggia formata da due ordini di archi, tre sono posti a livello del piano terra, separati da due coppie di pilastri e tre a livello del primo separati da due coppie di colonne alle quali sono sovrapposti due ovali, mentre all'altezza dell'ultimo piano sono presenti due nicchie. La loggia, erroneamente attribuita al Vignola, affaccia su un giardino all'italiana, unico esempio di giardino pensile in tutta Rieti, a cui si può accedere comodamente dal pianterreno.
  
Teatro Flavio Vespasiano
Nel 1882, per una disposizione governativa, viene vietato l'uso di teatri costruiti in legno. Viene di conseguenza chiuso il teatro dei Condomini.
Il nuovo teatro verrà riaperto 11 anni dopo, nel 1893, dando la possibilità al pubblico reatino di poter assistere ad opere come la Cavalleria Rusticana e il Faust.
Il nuovo teatro prende il nome dall'imperatore Flavio Vespasiano, nato appunto in terra sabina. Dopo cinque anni di attività, una nuova tragedia, nel 1898 un terribile terremoto procura danni irreparabili all'edificio. La bella cupola dipinta da Giacomo Casa viene sostituita nel 1901 con un’opera di Giulio Rolland che celebra il trionfo di Tito e Flavio a Roma in seguito alla vittoria su Gerusalemme.
Il lavoro di Rolland è impegnativo, le difficoltà sono legate al gioco prospettico dell'andamento della volta. Si trattava di modulare paesaggio e personaggi in movimento su un fondo concavo, dove tutte le normali prospettive sono falsate.
Il teatro Flavio Vespasiano si presenta con una platea divisa in due settori con circa duecentoquaranta posti, seguono tre ordini di palchi e in alto il loggione, un tempo con oltre cento posti, oggi ridotti a poco più di trenta per motivi di sicurezza. Lungo i balconi dei palchetti sono presenti stucchi che raffigurano i più insigni musicisti tra putti e fini decorazioni.
Particolarità di questo teatro dell'opera è sicuramente la straordinaria acustica.

lunedì 1 aprile 2013

Una passeggiata sull'Appia Antica


via Appia anticamente
Complice il giorno festivo e la poca voglia di allontanarmi dalla capitale per le vacanze pasquali, ieri ho colto l'occasione per recarmi in uno dei luoghi di Roma che mi ha sempre affascinato, sto parlando dell'Appia Antica.

Questa famosa strada romana, costruita tra il 312 a.C. e il 190 a.C, era tanto importante anche all'epoca dei Romani che la chiamavano addirittura 'regina viarum'. Non dimentichiamoci, inoltre, che la strada in questione collegava la capitale al porto di Brindisi, che all'epoca era considerato il porto più importante per gli scambi con la Grecia e l'Oriente.

Tomba di Hilarus Fuscus
Mi ha sempre affascinato perché sono presenti numerosi resti interessanti. Tombe e catacombe ai lati della strada, ma soprattutto, almeno nella prima parte di essa, la pavimentazione originale. Queste grandi pietre levigate e perfettamente combacianti, consentivano la circolazione di carri con qualsiasi condizione meteorologica.

antica pavimentazione

Perdonatemi, ma il genio ingegneristico dei Romani non può non essere lodato davanti a cotanta opera. Inoltre, il tutto poggiava su uno strato di pietrisco che assicurava un maggior drenaggio della strada stessa. E scusate se è poco!;) Certo, attualmente la passeggiata non è facilitata da questi lastroni, ma fa sempre un certo effetto poter poggiare i piedi su un qualcosa che è stato calpestato per millenni, immaginando che quei solchi lasciati dai carri, chissà quale storia potrebbero raccontare.


La giornata, climaticamente parlando, non è stata delle migliori. Il cielo grigio e il vento forte non faceva proprio pensare che la primavera era entrata da una settimana, ma sempre meglio del caldo afoso che mi aveva aggredito l'ultima volta che ci ero stata. :D
Insomma, una passeggiata di un paio d'ore all'insegna di un panorama di tutto rispetto, immaginando a quanti giorni in passato fossero necessari per percorrerla tutta.:)