mercoledì 10 aprile 2013

Due "gioielli" di Rieti


In occasione della giornata del FAI 2013, ho approfittato per andare a visitare due luoghi suggestivi di Rieti, che non avevo mai visto prima d'ora: il Palazzo Vincentini e il Teatro Flavio Vespasiano.
Rieti (Terminillo innevato e fiume Velino)

Palazzo Vincentini, attuale prefettura di Rieti, è situato in Piazza Cesare Battisti. Negli antichi documenti viene ricordato come Casa Poiana, dato che il potente Marco Antonio Vincentini lo acquistò nel 1589 dalla famiglia dei Poiani di Amelia.
I lavori di sistemazione iniziarono lo stesso anno per concludersi dopo il 1624. La sua ristrutturazione nella forma attuale è attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola, ma questo punto è stato spesso oggetto di discussione, in quanto alcuni sostengono che il progetto sia, invece, da attribuire a Giovan Domenico Bianchi.

Il palazzo, in stile tardo-manierista, ha sulla facciata principale un elegante portone impreziosito dallo stemma del casato con la fiamma al centro, cinque stelle a otto punte nella banda centrale ed il mare sullo sfondo.
Al primo piano si trovano le stanze private del Prefetto, ed è di particolare rilevanza il camino in marmi policromi risalente al Cinquecento, che riporta con una scritta in oro il nome di uno dei proprietari della famiglia Vincentini.Nel 1927 la famiglia Vincentini donò il palazzo alla provincia di Rieti e le mura del giardino vennero abbattute e da luogo privato venne trasformato in luogo di incontro pubblico.
 

Il lato rivolto verso la Cattedrale è munito di una splendida loggia formata da due ordini di archi, tre sono posti a livello del piano terra, separati da due coppie di pilastri e tre a livello del primo separati da due coppie di colonne alle quali sono sovrapposti due ovali, mentre all'altezza dell'ultimo piano sono presenti due nicchie. La loggia, erroneamente attribuita al Vignola, affaccia su un giardino all'italiana, unico esempio di giardino pensile in tutta Rieti, a cui si può accedere comodamente dal pianterreno.
  
Teatro Flavio Vespasiano
Nel 1882, per una disposizione governativa, viene vietato l'uso di teatri costruiti in legno. Viene di conseguenza chiuso il teatro dei Condomini.
Il nuovo teatro verrà riaperto 11 anni dopo, nel 1893, dando la possibilità al pubblico reatino di poter assistere ad opere come la Cavalleria Rusticana e il Faust.
Il nuovo teatro prende il nome dall'imperatore Flavio Vespasiano, nato appunto in terra sabina. Dopo cinque anni di attività, una nuova tragedia, nel 1898 un terribile terremoto procura danni irreparabili all'edificio. La bella cupola dipinta da Giacomo Casa viene sostituita nel 1901 con un’opera di Giulio Rolland che celebra il trionfo di Tito e Flavio a Roma in seguito alla vittoria su Gerusalemme.
Il lavoro di Rolland è impegnativo, le difficoltà sono legate al gioco prospettico dell'andamento della volta. Si trattava di modulare paesaggio e personaggi in movimento su un fondo concavo, dove tutte le normali prospettive sono falsate.
Il teatro Flavio Vespasiano si presenta con una platea divisa in due settori con circa duecentoquaranta posti, seguono tre ordini di palchi e in alto il loggione, un tempo con oltre cento posti, oggi ridotti a poco più di trenta per motivi di sicurezza. Lungo i balconi dei palchetti sono presenti stucchi che raffigurano i più insigni musicisti tra putti e fini decorazioni.
Particolarità di questo teatro dell'opera è sicuramente la straordinaria acustica.

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