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lunedì 10 giugno 2013

Un pomeriggio a casa di....Paolina!:)

Non ci avrei mai creduto se un giorno mi avessero detto che sarei stata a casa di Paolina Borghese. Si, avete capito proprio bene, si tratta proprio della sorella di Napoleone Bonaparte!;)
Certo l'invito non è partito da lei, ma questo è solo "un dettaglio", come direbbe qualcuno di mia conoscenza (Francesco, l'intonazione è quella della tua voce. :D:D).
 
Scherzi a parte, ho avuto il piacere, lo scorso venerdì 7 giugno, di poter visitare Villa Paolina o Villa Bonaparte, attuale ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
Chi lo sapeva che dietro a quel modesto portone che si affaccia su Via XX settembre, si nascondesse un posto tanto elegante e appartato.


Antico portone d'ingresso di Villa Paolina
 
L'attuale entrata della Villa è presso il civico 23 di Via Piave e l'atmosfera che si respira all'interno dell'ambasciata è così diversa dalla frenetica vita che si presenta ad un tiro di schioppo.
Incastrata tra tre strade super trafficate (Corso d'Italia, Via XX settembre e Via Piave), questa villa si eclissa in modo impeccabile; grazie anche ad una folta vegetazione è possibile non scorgere affatto la città che ti circonda e addirittura pensare di essere in piena campagna. Sono rimasta perfettamente stupita che, nonostante la vicinanza di Porta Pia, non si avvertisse alcun rumore, se non il canto degli uccelli.

 
Villa Paolina . vista dal portone d'ingresso
 
L'edificio presenta quattro piani (di cui uno interrato) ed una pianta quadrangolare priva di decorazioni architettoniche esterne, e ricoperta di semplice laterizio. La facciata si contraddistingue per la presenza di un balcone con balaustra in ferro battuto che sovrasta un colonnato interno.
L'attuale casino andò a sostituire il precedente costruito nel Cinquecento dalla famiglia Cicciaporci.
Questo nuovo edificio fu costruito nel 1750 per volere del cardinale
Silvio Valenti Gonzaga, segretario di Stato di Papa Benedetto XIV. La scelta del luogo dove far sorgere la sua dimora è sicuramente dovuta al fatto che prestasse il suo ufficio presso il Palazzo del Quirinale, che non è molto distante.
Molte sono le curiosità introdotte nella Roma del Settecento con la costruzione di questa Villa. Primo fra tutti la trasformazione dei giardini in orti, o meglio in giardini di verzura; ma anche l'introduzione di alcune piante esotiche e, per la sala da pranzo, la presenza di una tavola meccanica (non conservatasi fino ai giorni nostri.
Ritratto di Paolina Borghese
La sorella di Napoleone, Paolina, Principessa Borghese, che aveva seguito il fratello quando fu deposto all'isola d'Elba, si riunì a parte della sua famiglia qui a Roma nel 1815, quando appunto comprò Villa Valenti. Questa impose, all'architettura settecentesca della Villa, lo stile impero con importanti lavori di ristrutturazione.
Alla morte di Paolina nel 1825, la Villa passa ai nipoti e ai loro discendenti fino al 1906 quando venne venduta al governo prussiano e divenne la sua ambasciata in Vaticano, che tra il 1920 e il 1944 si trasformò in ambasciata tedesca.
Il 20 settembre 1870, la villa subisce numerosi danni dovuti al crollo di parte delle mura aureliane che permise l'entrata dei bersaglieri nella città di Roma (la nota breccia di Porta Pia, episodio
che sancì l'annessione di Roma a Regno d'Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi
). Attualmente un monumento (la colonna su cui svetta La Vittoria), nella parte esterna, indica il punto esatto in cui si aprì la breccia. Nella parte interna, invece, vi si trova addossata la serra.
Infine, nel 1945, gli Alleati confiscarono la villa e la Francia l'acquistò nel 1950.

 
 
L'attuale mobilio è stato riportato allo stile impero francese, ma non sono gli arredi originali. Dell'epoca rimangono però numerosi affreschi, in particolare la stanza con affreschi ispirati allo stile egizio per ricordare le campagne d'Egitto del fratello di Paolina e il soffitto della camera, oggi detta "del Presidente" in cui sono rappresentate Minerva e le Muse.
Una scala a chiocciola interna, di forma ellittica, mette in comunicazione i due piani nobili. Al secondo piano troviamo il grande salone che si suddivide in due parti, una posteriore più grande che presenta un soffitto a volta con finti cassettoni stile Pantheon, ed una anteriore con una vista mozzafiato sul giardino.
Adiacente al grande salone, la sala da pranzo dove tutt'ora l'ambasciatore consuma i suoi pasti (anche in maniera piuttosto solitaria, da quanto abbiamo potuto constatare).
 
Chiaramente avrei preferito essere ospite in questa dimora nel suo momento di massimo splendore, ma mi accontento di aver avuto la fortuna di scoprire la sua esistenza.

mercoledì 10 aprile 2013

Due "gioielli" di Rieti


In occasione della giornata del FAI 2013, ho approfittato per andare a visitare due luoghi suggestivi di Rieti, che non avevo mai visto prima d'ora: il Palazzo Vincentini e il Teatro Flavio Vespasiano.
Rieti (Terminillo innevato e fiume Velino)

Palazzo Vincentini, attuale prefettura di Rieti, è situato in Piazza Cesare Battisti. Negli antichi documenti viene ricordato come Casa Poiana, dato che il potente Marco Antonio Vincentini lo acquistò nel 1589 dalla famiglia dei Poiani di Amelia.
I lavori di sistemazione iniziarono lo stesso anno per concludersi dopo il 1624. La sua ristrutturazione nella forma attuale è attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola, ma questo punto è stato spesso oggetto di discussione, in quanto alcuni sostengono che il progetto sia, invece, da attribuire a Giovan Domenico Bianchi.

Il palazzo, in stile tardo-manierista, ha sulla facciata principale un elegante portone impreziosito dallo stemma del casato con la fiamma al centro, cinque stelle a otto punte nella banda centrale ed il mare sullo sfondo.
Al primo piano si trovano le stanze private del Prefetto, ed è di particolare rilevanza il camino in marmi policromi risalente al Cinquecento, che riporta con una scritta in oro il nome di uno dei proprietari della famiglia Vincentini.Nel 1927 la famiglia Vincentini donò il palazzo alla provincia di Rieti e le mura del giardino vennero abbattute e da luogo privato venne trasformato in luogo di incontro pubblico.
 

Il lato rivolto verso la Cattedrale è munito di una splendida loggia formata da due ordini di archi, tre sono posti a livello del piano terra, separati da due coppie di pilastri e tre a livello del primo separati da due coppie di colonne alle quali sono sovrapposti due ovali, mentre all'altezza dell'ultimo piano sono presenti due nicchie. La loggia, erroneamente attribuita al Vignola, affaccia su un giardino all'italiana, unico esempio di giardino pensile in tutta Rieti, a cui si può accedere comodamente dal pianterreno.
  
Teatro Flavio Vespasiano
Nel 1882, per una disposizione governativa, viene vietato l'uso di teatri costruiti in legno. Viene di conseguenza chiuso il teatro dei Condomini.
Il nuovo teatro verrà riaperto 11 anni dopo, nel 1893, dando la possibilità al pubblico reatino di poter assistere ad opere come la Cavalleria Rusticana e il Faust.
Il nuovo teatro prende il nome dall'imperatore Flavio Vespasiano, nato appunto in terra sabina. Dopo cinque anni di attività, una nuova tragedia, nel 1898 un terribile terremoto procura danni irreparabili all'edificio. La bella cupola dipinta da Giacomo Casa viene sostituita nel 1901 con un’opera di Giulio Rolland che celebra il trionfo di Tito e Flavio a Roma in seguito alla vittoria su Gerusalemme.
Il lavoro di Rolland è impegnativo, le difficoltà sono legate al gioco prospettico dell'andamento della volta. Si trattava di modulare paesaggio e personaggi in movimento su un fondo concavo, dove tutte le normali prospettive sono falsate.
Il teatro Flavio Vespasiano si presenta con una platea divisa in due settori con circa duecentoquaranta posti, seguono tre ordini di palchi e in alto il loggione, un tempo con oltre cento posti, oggi ridotti a poco più di trenta per motivi di sicurezza. Lungo i balconi dei palchetti sono presenti stucchi che raffigurano i più insigni musicisti tra putti e fini decorazioni.
Particolarità di questo teatro dell'opera è sicuramente la straordinaria acustica.