Non soddisfatte, Sara, Morena, Marica (aggiuntasi alla
comitiva) ed io, abbiamo approfittato della giornata dedicata alle visite per
scoprire un altro piccolo gioiello romano, il cimitero acattolico.
Devo dire che l'idea è stata proposta da Sara, che ancora ringrazio perché altrimenti
non avrei mai potuto scoprire un luogo così interessante e ricco di statue
dalla bellezza impressionante.
Devo dire che il profumo dei glicini in fiore, una scenografia mozzafiato con una vista strepitosa sulla Piramide Cestia, nonché uno spazio silenzioso seppur in pieno centro, hanno reso l'atmosfera ancora più magica. Chi non vorrebbe "riposare" per sempre sotto quegli spendidi pini?!;)
Il cimitero acattolico, (conosciuto
anche come "cimitero degli inglesi",
ma anche come "cimitero degli
artisti e dei poeti") si trova nel quartiere Testaccio, accanto a
Porta San Paolo e alla Piramide Cestia.
Dal momento che le norme della Chiesa cattolica vietavano di seppellire in
terra consacrata i non cattolici — tra cui i protestanti, gli ebrei e gli
ortodossi — nonché i suicidi, questi, dopo morte, erano "espulsi"
dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura.
La prima sepoltura nota è quella di uno studente di Oxford, chiamato Langton,
morto nel 1738 a 25 anni per un incidente avuto con la sua carrozza sulla via
Flaminia. Quando, nel 1930, si tennero degli scavi presso la Piramide Cestia, furono
ritrovati i resti di tre defunti e una lastra di piombo (attualmente ancora
esposta sulla sua lapide) ricopriva uno di questi. Tale lastra portava
l'iscrizione con il nome di George
Langton e la sua data di morte, 1 agosto 1738.
Il cimitero fu aperto ufficialmente l'11 ottobre 1821. La
decisione si era resa necessaria per il numero sempre crescente di visitatori
stranieri, in gran parte studenti, scrittori e artisti, che nell'epoca del
romanticismo e del neoclassicismo si recavano a Roma dall'Europa del Nord, con
conseguente aumento dei non cattolici che morivano in città, come accadde al
poeta inglese John Keats in quello stesso anno.
Il muro che circonda questa zona risale al 1870 circa. Anticamente erano vietate le croci
o le iscrizioni, come in tutti i cimiteri acattolici, perlomeno fino al 1870.
Come indica il nome ufficiale, il Cimitero acattolico di Roma è
destinato all'estremo riposo in generale dei non-cattolici stranieri, senza
distinzione di nazionalità. Per lo spazio esiguo a disposizione e per mantenere
intatto il carattere del luogo, solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura
a italiani illustri che, per la cultura alternativa espressa in vita per la
qualità della loro opera, o per le circostanze della vita siano stati in
qualche modo "stranieri" nel proprio paese. Tra loro, il politico Antonio Gramsci e lo scrittore Dario Bellezza.
Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare
quella del poeta inglese John Keats (1795-1821).
Keats morì a Roma di tubercolosi. Il suo epitaffio, che non lo cita per nome,
fu commissionato dai suoi amici Joseph Severn e Charles Brown:
« Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che,
sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno
dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui
giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” »
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Tomba di John Keats |
Curiosità: L'amico di Keats, Joseph Severn, nelle sue lettere
indica con esattezza la data e l'ora della morte di Keats. Il poeta sarebbe
morto intorno alle undici della sera del 23 febbraio 1821. L'iscrizione sulla
sua tomba, tuttavia, riporta la data del 24 febbraio 1821; non si tratta, però,
di un errore dell'incisore. A Roma, in quel periodo, il nuovo giorno iniziava
nel momento in cui, la sera, le campane suonavano l'Ave Maria, e in tutte le
chiese veniva cantato o recitato l'Angelus. Questo avveniva all'incirca
mezz'ora dopo il tramonto, quindi anche l'inizio del canto poteva variare a
seconda del periodo dell'anno. Severn si attenne al metodo inglese di calcolare
l'inizio del giorno, mentre per le autorità romane il giorno del 24 febbraio
era già iniziato quando Keats morì, e perciò la data del 24 venne registrata
nei documenti ufficiali.
Shelley (1792-1822) fu un poeta inglese che
annegò nell'affondamento del suo vascello al largo della costa tirrenica fra Portovenere
e la Toscana e fu cremato sulla spiaggia vicino a Viareggio. Le sue ceneri
furono sepolte nel cimitero protestante; il suo cuore, che il suo amico Edward John Trelawny aveva
strappato dalle fiamme, fu conservato dalla sua vedova, Mary Shelley, fino alla
sua morte e fu sepolto con lei a Bournemouth. L'epigrafe, in riferimento alla
sua morte in mare, riprende tre versi del canto di Ariel dalla
"Tempesta" di Shakespeare. (Niente
di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di
ricco e strano).
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tomba di Shelley |
Un'altra sepoltura degna di nota è quella dello scultore
statunitense William Wetmore Story
(1819-1895). Sopra la tomba che lo accoglie insieme alla moglie, è installata
una celebre scultura in marmo e pietra realizzata dallo stesso Story per la
morte della moglie. La statua, chiamata "L'Angelo del Dolore",
raffigura un angelo disteso sul sepolcro, gemente; l'artista morì poco dopo
averla ultimata.
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L'Angelo del Dolore |