Ieri mi è capitato di
prendere parte ad una visita guidata straordinaria dell'attuale ambasciata
turca in Roma, conosciuta come Villa Gamberini.
Villa Gamberini, google maps |
Villa Gamberini, google maps |
Villa Gamberini, google maps |
Non è facile poter
accedere in una ambasciata, certamente non per una visita turistica. Si è trattato
quindi di una bella occasione per visitare un villino che all'interno nasconde
delle stanze favolose.
Purtroppo, per ragioni
di sicurezza, ci è stato proibito di fare foto esternamente ed internamente. Le
foto che troverete in questo post sono, in parte catturate grazie a google maps
(per gli esterni), mentre gli interni sono tratti dal seguente sito: http://digilander.libero.it/romabe/Sub_Pages/Tarihce_it.htm, per questo i diritti di copyright sono
interamente dell'ambasciata turca.
Villa Gamberini è
stata costruita tra il 1881 e il 1883 per volere dei conti Gamberini ( il Conte
Giuseppe Gamberini e la consorte, la Contessa Angela Lodigiani Gamberini) che
vi abitarono fino al 1887, ossia fino alla morte del conte. La contessa vedova,
preferì vendere l'edificio, per la cifra di 950.000 lire (una cifra molto al di
sopra della media del valore dei villini adiacenti, almeno per quell'epoca)
all'impero Ottomano e tornare in Piemonte, regione d'origine della famiglia.
Quindi dal 1887 viene spostata l'ambasciata turca da Firenze a Roma, che nel frattempo era anche diventata capitale del regno d'Italia.
Ad oggi, è l'unica ambasciata a Roma che ha mantenuto la medesima sede per così tanto tempo, 126 anni.
L'edificio si trova in via Palestro 28; con una superficie di 528 mq è composto da tre piani (il piano nobile è quello al pianterreno, detto anche di rappresentanza; mentre al primo piano ci sono gli appartamenti privati dell'ambasciatore. Un tempo il piano in alto e quello interrato erano riservati alla servitù). Esiste anche un edificio di servizio annesso alla proprietà.
L'entrata presenta una pensilina in stile liberty, una delle ultime pensiline in ferro battuto ancora conservate nella capitale.
Quindi dal 1887 viene spostata l'ambasciata turca da Firenze a Roma, che nel frattempo era anche diventata capitale del regno d'Italia.
Ad oggi, è l'unica ambasciata a Roma che ha mantenuto la medesima sede per così tanto tempo, 126 anni.
L'edificio si trova in via Palestro 28; con una superficie di 528 mq è composto da tre piani (il piano nobile è quello al pianterreno, detto anche di rappresentanza; mentre al primo piano ci sono gli appartamenti privati dell'ambasciatore. Un tempo il piano in alto e quello interrato erano riservati alla servitù). Esiste anche un edificio di servizio annesso alla proprietà.
L'entrata presenta una pensilina in stile liberty, una delle ultime pensiline in ferro battuto ancora conservate nella capitale.
pensilina stile liberty, copyright ambasciata turca |
Dal punto di vista architettonico, la villa presenta una decorazione diversa
per ogni sala. Per volere del conte, l'influenza stilistica maggiore per
l'intera struttura è sicuramente quella francese con il neo-rococò.
Una delle sale più belle, almeno per me, è l'antico salone delle feste,
attualmente utilizzato come sala di ricevimento. Un salone interamente coperto
di stucchi dorati, dipinti e decorazioni che si ispirano al rococò francese. Si
evince che si trattava del salone da ballo perché su una delle pareti campeggia
un dipinto raffigurante una coppia di ballerini in abiti d'epoca settecenteschi,
mentre in altri dipinti sono rappresentati putti che suonano.
Dettaglio del salone delle feste, putti che suonano copyright ambasciata turca |
Un tappeto ricopre l'intero pavimento e riprende gli stucchi del soffitto. Ai
due lati, due splendide consolle intarsiate, sormontate da oggetti ancora più
importanti, come un magnifico orologio. Per non parlare delle porte, decorate
con motivi floreali su sfondo dorato. Il salone è stato ristrutturato da
qualche anno, come anche i mobili che sono comunque tutti originali dell'epoca
in cui fu costruita la villa.
Accanto al salone principale, due salottini uniti successivamente per mezzo di
una medesima tappezzeria alle pareti, ma che presentano due soffitti differenti.
Uno dei due, alla base del soffitto, riporta figure di bambini e putti. Con la
curiosità di una raffigurazione di un bimbo tridimensionale che con espressione
spaventata è accerchiato da piccioni. Notevole il realismo dell'espressione
della piccola statua.
Altra perla del villino è la stanza da pranzo; una stanza immensa, ricoperta di
boiserie in legno. La scelta del legno sulle pareti non è solo per preservare
il calore, ma anche per una questione igienica, sicuramente più facili da
pulire di una tappezzeria, soprattutto in un luogo in cui il cibo è presente
costantemente. Altre particolarità, uno splendido tavolo e un pavimento con un
gioco di geometrie con tre tipi di legno diversi.
Sala da pranzo, copyright ambasciata turca |
Completano le
spettacolo pavimenti in mosaico, lampadari e mobili risalenti al periodo in cui
è stata costruita, tanto che entrare in questa dimora ha il potere di catapultarti
nella seconda metà del 1800, se non fosse per la presenza dell'energia
elettrica.;)
mosaico dell'ingresso, copyright ambasciata turca |
Un pomeriggio diverso
e fortunato per aver potuto godere, anche solo per pochi minuti, di tanto
splendore.
Bellissima Visita, non tutti I giorni capita di poter entrare in un ambasciata. Il personale che ci ha fatto entrare e stato molto gentile e paziente.
RispondiEliminaIn tutto e per tutto un bel pomeriggio diverso dal solito.
Ma che gioiellino!!! :D
RispondiEliminaSperiamo che ci sarà in futuro la possibilità di vederla di nuovo, ne approfitterò!! :P
Sara
Che dire, speriamo!;)
RispondiEliminami piacerebbe molto visitare quel villino anche perché nel salone delle feste ci sono affreschi del pittore Gioacchino Pagliei, zio di mio nonno materno. Non li ho mai visti e per me sarebbe una grande emozione poterli ammirare.
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